Il termine scientifico per definire la paura dell’ago, degli spilli e degli oggetti acuminati è la belonefobia. Questo tipo di fobia, è una paura generata dall’oggetto tagliente o aghiforme, un genere di emozione legato all’ansia nell’affrontare le iniezioni, trasfusioni e tutti i momenti in cui l’ago è lo strumento medico necessario, con il quale devono confrontarsi moltissime persone.

Questo tipo di paura in certi casi potrebbe risultare in un deterrente alla donazione di sangue, proprio perché il momento in cui l’ago va inserito nella vena nel braccio potrebbe causare reazioni di ansia eccessiva o svenimenti.

In che percentuale è presente nella popolazione questo tipo di paura e quanto può influire sulla qualità della vita di tutte le persone, lo raccontano i numeri.

La paura degli aghi nella popolazione mondiale

Secondo l’ultimo studio pubblicato sulla piattaforma Pubmed.gov e condotto nel 2018 dai ricercatori del dipartimento di Medicina dell’università del Michigan, Jennifer McLenon e Mary A.M.Rogers, la fascia degli adolescenti è quella che dimostra la maggiore incidenza di presenza della paura per gli aghi. Questo gruppo corrisponderebbe al 20-50 per cento del totale. Il secondo gruppo che si confronta maggiormente con questo tipo di sentimento sono i giovani adulti al 20-30 per cento.

Secondo la ricerca, questo tipo di paura diminuisce con l’aumentare dell’età ed in generale è più presente nelle donne rispetto agli uomini. Lo studio indica inoltre che circa il 16 per cento dei pazienti rinunciano al vaccino influenzale per questo motivo e, sempre secondo l’indagine che ha preso come campione il personale medico ospedaliero, per lo stesso motivo secondo le stime della ricerca rifiutano lo stesso tipo di vaccino anche il 27 per cento degli impiegati ospedalieri, il 18 per cento degli operatori sanitari delle strutture di assistenza a lungo termine e l’8 per cento del personale medico.

Lo studio fa notare inoltre come la paura dell’ago vada a sfavorire le misure preventive a tutela della salute del paziente e sottolinea la maggiore attenzione che dovrebbe essere data a questo tipo di fattore.

Come superare la paura dell’ago?

L’intervista al dottor Ipsenich del San Camillo di Roma

Il dottor Francesco Ipsenich, dell’ospedale San Camillo Forlanini di Roma, intervistato sulla questione della fobia dell’ago negli aspiranti donatori di sangue, racconta: “Noi medici del San Camillo parliamo con le persone che hanno fobia dell’ago indicando prima di tutto cosa stiamo facendo per tranquillizzarli. Confermiamo loro che gli aghi della donazione sono sterili, monouso e affilati. Spieghiamo che hanno un calibro maggiore rispetto agli aghi necessari per un semplice prelievo di sangue periferico, perché il sangue deve scorrere in un certo tempo e velocità altrimenti il prelievo non sarebbe efficace, sottolineiamo che non sono aghi eccessivamente traumatici”.

E sul tema del comportamento da adottare per donare nonostante la paura spiega: “Prima di tutto bisogna presentarsi al centro trasfusionale, ricordandosi di farlo su prenotazione. Durante il colloquio con il medico prima della donazione è fondamentale essere chiari ed esprimere i propri dubbi, i propri timori e dichiarare la paura dell’ago al medico stesso. Questo per permettere al personale di adottare un comportamento adeguato nel fiancheggiare il donatore che si trova di fronte questo tipo di paura, ma anche per evitare qualche reazione non prevista alla vista dell’ago”.

Sul ruolo svolto dagli infermieri in questa delicata situazione il medico conferma: “Gli infermieri sono le persone più formate per seguire i donatori, sono preparati per accorgersi precocemente dei segnali d’ansia e per sostenere il donatore durante la donazione”.


Articolo di Donatorih24 12/05/2021